Giffoni Film Festival, Amy Adams: “L’obiettivo è essere felici, avere successo è un’altra cosa”

“L’obiettivo è essere felici. All’inizio della mia carriera ho avuto tanti momenti di scoraggiamento, specialmente quando ricevevo rifiuti. Poi ho capito che è un bene mettersi in discussione. Anche adesso penso che ogni tanto sia meglio fermarsi, fare il punto della situazione e capire se la carriera che si sta facendo sta andando nella direzione che si desidera. A volte può sembrare che abbiamo successo ma invece non siamo felici”. Amy Adams, cinque nomination all’Oscar e due Golden Globe, è la seconda star internazionale di scena al Giffoni Experience. Una carriera che l’ha portata in pochi anni a diventare una delle attrici più celebrate della sua generazione, capace di inanellare una schiera di interpretazioni memorabili.

“Ho iniziato con la danza e poi sono passata alla recitazione perché non avevo superato gli esami di chimica e, siccome avrei voluto fare il medico, non mi pareva un segnale molto incoraggiante – racconta la 42enne attrice di “Animali notturni”- La passione per la recitazione l’ho sempre avuta, mi ci è voluto un po’ di tempo per prendere fiducia. Ricordo la prima audizione, è stata terribile per questo dico che non dovete scoraggiarvi: i rifiuti sono dietro l’angolo per tutti, bisogna insistere, studiare e prendersi anche le sconfitte”.

E se tra i film che ha voluto interpretare a tutti i costi cita “Junebug” di Phil Morrison, “Come d’incanto” di Kevin Lima e “Arrival” di Denis Villeneuve, la Adams spiega che i personaggi e l’ispirazione li prende dalle persone che la circondano: “Sto molto attenta a come si esprimono e a come parlano i personaggi, a prescindere da quanto è scritto nella sceneggiatura –spiega– Ora che sono più matura cerco anche film che hanno messaggi e contenuti che mi fa piacere portare al pubblico”. Una domanda riguarda il sessismo a Hollywood: “No, non è solo un problema di Hollywood, il sessismo c’è in tutti gli ambienti professionali. Parlando con un mio collega attore, discutevamo se fosse il caso di accettare una determinata scena e lui, semplicemente, diceva: ‘basta dirgli di no’. Ecco, per lui era semplice. Bastava un no. Per me, invece, quel no sarebbe stato solo l’inizio di una conversazione, non sarebbe finita lì”.

I premi e gli anni di carriera non le hanno tolto la voglia di emozionarsi nel raccontare i personaggi che ha interpretato: “Sono stata influenzata pesantemente da alcuni ruoli, avvicinarmi a esperienze che ho raccontato sullo schermo mi provoca forti emozioni”. La Adams è nata in Italia, a Vicenza, il padre era un militare di stanza ad Aviano. Un legame che non è solo formale. “Amo l’Italia al punto che ho dato a mia figlia il nome di Aviana, in omaggio al paese dove sono cresciuta –spiega– quando torno qui mi sento a casa, le persone sono pronte ad accoglierti e a farti sentire come a casa loro come non accade da tutte le altre parti”. Poi un pensiero a Giffoni. “L’umanità dovrebbe collaborare a un futuro migliore ma la mia generazione non sta realizzando questo ideale. Giffoni è un esempio di collaborazione e unità e mi auguro siate voi a realizzare questo sogno”.