“La Classe” di Vincenzo Manna a Catania: una grande lezione di vita

PH Alessia Pizzi – CulturaMente

Una imprecisata cittadina europea dove la crisi economica e il disagio sociale sono ogni giorno più palpabili. Sei ragazzi – tre maschi e tre femmine – a rischio bocciatura, costretti a seguire un corso di recupero pomeridiano di quattro settimane. Il docente del corso, un professore “potenziato” che si ostina a credere nell’importanza (e nell’urgenza) del suo ruolo. Un preside cinico e pragmatico, desideroso che i suoi studenti si diplomino ad ogni costo, ma solo per potersene liberare al più presto. E, sullo sfondo, lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente, non-luogo spaventoso in cui rifugiati e reietti creano una comunità alternativa che crea paura e soggezione.

Questi gli elementi attualissimi de “La Classe“, testo teatrale firmato da Vincenzo Manna e messo in scena dal regista Giuseppe Marini. Il titolo ricorda l’omonimo film del 2008 (almeno nella sua versione italiana). E non a caso: la pellicola di Laurent Cantet rappresenta sicuramente un riferimento importante, sia per tematica che per dinamiche narrative, a partire dalle differenze etniche e ideologiche che caratterizzano il confronto tra i compagni di classe. Tuttavia la piece sceglie di toccare corde e seguire evoluzioni differenti e originali, facendone un’esperienza assolutamente nuova e spiazzante.

Merito anche della sua genesi. Il progetto nasce infatti da una ricerca basata su circa duemila interviste a giovani con età compresa tra i 16 e i 19 anni incentrate sulla loro relazione con gli altri (intesi come “diversi”), sul loro rapporto con il tempo e su altri argomenti legati alla percezione del mondo circostante. Tutto ciò che è emerso da queste interviste ha contributo alla scrittura drammaturgica del testo.

Dopo aver girato il Paese, “La Classe” approda anche al Teatro Stabile di Catania (in scena fino al prossimo 13 gennaio), dove ha ricevuto un’accoglienza più che calorosa, data anche l’empatia che la terra siciliana ha da sempre su temi quali integrazione, formazione e diversità. Bravissimi tutti il componenti del cast: Claudio Casadio, Andrea Paolotti,Brenno Placido, Edoardo Frullini, Valentina Carli, Haroun Fall, Cecilia D’Amico e Giulia Paoletti.

Uno spettacolo intenso, scritto e interpretato in maniera magistrale, che parte dal degrado e dal pessimismo per seminare un briciolo di speranza. La stessa flebile e lontana che, nella metafora finale, potrebbe avere una gallina di arrivare sulla luna, camminando piano sulle sue zampette tozze. Impossibile, ma perché non provare?

 

Gianluca Grisolia