Strane Straniere – Trailer

Al cinema da ​mercoledì 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, “Strane Straniere“. Un film documentario di Elisa Amoruso, con Radoslava Petrova, Sihem Zrelli, Ana Laznibat, Ljuba Jovicevic, Fenxia “Sonia” Zhou, presentato all’ultima Festa di Roma nella sezione Alice nella Città | Kino Panorama Italia.

Elisa Amoruso racconta in Strane Straniere le storie di Ana, Ljuba, Radi, Sihem eSonia: cinque donne arrivate in Italia più o meno da lontano, spinte a lasciare le proprie radici da ragioni diverse – che fosse l’amore, il lavoro, la curiosità o forse il destino – ma accomunate dall’essere riuscite a dar vita a un’attività propria, reinventandosi e integrandosi con successo in una nuova realtà. Distanti per esperienza e provenienza, le unisce l’essere straniere. Tra lavoro, famiglia e relazioni, le loro storie s’intrecciano per raccontare cosa significhi costruire un’identità in un altro Paese. Sonia è la proprietaria del ristorante cinese più conosciuto di Roma. Parenti e amici la incontrano lì davanti ad una tazza di the o una grappa di rose. Come ogni anno prepara il Capodanno Cinese. Segue i riti propiziatori necessari a scacciare il maligno e destinati alla riuscita della festa. Suo marito, scomparso in Cina per due anni, finalmente è tornato. Sonia spera che il rito del lancio delle lanterne protegga il futuro del loro amore.
Sihem e il suo compagno Ciro vivono in campagna e si occupano degli animali. La loro giornata è fitta di impegni nell’associazione che Sihem ha fondato ad Aprilia, dopo l’arrivo dalla Tunisia, “La Palma del sud”: un pezzo di mondo arabo nel paesaggio laziale, ma anche un sostegno per tutti coloro che, italiani e stranieri, si trovano in difficoltà economiche.
Radi ha lasciato la Bulgaria per un amore che si è rivelato una trappola. In Italia ha scoperto la passione del mare e ha creato una cooperativa di sole donne, la “Bio e mare”. Nel laboratorio di Carrara lei e le sue amiche preparano salse di pesce. Da quando ha lasciato il marito, queste donne sono la sua famiglia. Condividono un sogno: uscire in mare con un peschereccio tutto loro.
Ana è croata, Ljuba è serba. Entrambe sono arrivate in Italia come jugoslave, poi la guerra ha cambiato le loro nazionalità. Si sono incontrate per caso e “riconosciute” immediatamente, diventando inseparabili. Hanno aperto l’Atelier, una piccola galleria d’arte nel centro di Roma, che gestiscono insieme anche ora che Ljuba si è trasferita a Francoforte con la famiglia.