The Post, Spielberg: “Con Tom e Meryl il rapporto uomo donna più complesso che abbia mai diretto”

“La prima versione della sceneggiatura è stata consegnata sei giorni prima delle ultime elezioni, pensavamo potesse essere uno sguardo nostalgico a quanto lontani fossero quei tempi e a quanta strada, da allora, avessero fatto le donne. Anche perché tutti davano per scontato che avremmo avuto il primo presidente donna. Invece dopo le elezioni si sono moltiplicati gli attacchi alla libertà di stampa e delle donne, forse adesso può ricordarci quanta strada non abbiamo fatto”. Le parole di Meryl Streep – nel corso della conferenza stampa italiana di presentazione di “The Post” – non lasciano spazio a dubbi: la lettura che si darà di questo film sarà principalmente politica e le analogie con il presente non mancano. Con l’amministrazione americana e con quanto sta accadendo a Hollywood, ma non solo, con un movimento di donne che vogliono essere ascoltate e ribaltare gli stereotipi imposti.

“Per la prima volta in carriera ho dovuto dirigere un rapporto tra un uomo e una donna così complesso”, ha confermato Steven Spielberg. Un film che è racconta di una donna di potere in “una società di uomini”, ha detto ancora il regista.

In merito all’accoglienza negli Usa, Tom Hanks ha ironizzato dicendo che: “In effetti il New York Times avrebbe voluto che il film si intitolasse ‘The New York Times’”. Il film è stato dedicato alla memoria di Nora Ephron, regista (Insonnia d’amore), sceneggiatrice (Harry ti presento Sally) e produttrice: “Lei è stata un’ispirazione per tutti – ha detto la Streep – era mia amica e amica di Tom, questo ci ha portato a lavorare insieme per la prima volta in carriera. Mi piacerebbe fosse qui a commentare questo film e soprattutto questo momento attuale”.

E ancora sulle questioni di oggi, sul ruolo che le donne vogliono e meritano nella società, sull’iniziativa “Time’s Up”, la Streep ha riallacciato la vicenda di Katharine Graham, “che ha imparato a essere coraggiosa, purtroppo noi non lo insegniamo abbastanza alle nostre ragazze”. Eppure oggi “c’è un’aria diversa, non solo a Hollywood, ma in tutti i settori e i luoghi di lavoro”. Un cambio di passo che riguarda “non solo grossi nomi o giovani attrici, ma anche cameriere, impiegate o infermiere. Le donne hanno sempre combattuto contro questi problemi, ma da quando è stata coinvolta Hollywood le cose hanno iniziato a cambiare, la gente ha trovato coraggio, è un momento interessante”.

Una posizione fatta propria anche dal regista, che ritiene “le donne capaci di avere la forza di spezzare gli stereotipi imposti. Durante la seconda guerra mondiale erano responsabili e dirigevano tutti i settori strategici e industriali, dopo la guerra non hanno potuto capitalizzare questo ruolo e sono state ribattute in cucina. E’ una lotta di potere, ma non è un problema delle donne, ma degli uomini che devono imparare a controllarsi e a comportarsi in modo adeguato. Fino a quando non saremo capaci di accettare un no come risposta, allora la lotta continuerà. Spero che il film sia di ispirazione e dia alle donne il coraggio di Katharine Graham, spingendole a venire fuori e a dire ‘cazzo io devo dire questo e questo dirò’” (ebbene sì, anche Spielberg dice le parolacce).