Un giorno di pioggia a New York – Recensione

Due giovani fidanzati, Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning) progettano di trascorrere un romantico weekend a New York. Ma “la città ha un piano tutto suo” e, non appena i due mettono piede a Manhattan, i loro progetti vanno in fumo a causa di una serie di incontri casuali e bizzarre avventure.

Un regista in crisi (Liev Schreiber), un tormentato sceneggiatore (Jude Law), un famoso attore sudamericano (Diego Luna) e una vecchia conoscenza (Selena Gomez) separano la coppia.

“Un giorno di pioggia a New York” è la versione di Woody Allen delle vecchie commedie romantiche di Hollywood. Per quanto la pellicola sia godibile, il regista sembra essere “sfasato” rispetto all’epoca che descrive e il risultato è un personaggio fasullo come quello del protagonista. Nonostante l’ottima interpretazione di Chalamet, che fa un lavoro formidabile nei panni del newyorkese nevrotico (il tipico antieroe Alleniano), Gatsby è anacronistico e fuori dal tempo. Come il suo omonimo nel romanzo di Francis Scott Fitzgerald, appartiene a un’epoca passata. Ama i classici hollywoodiani, la musica di Gershwin e il gioco d’azzardo e ha una passione viscerale per i luoghi più retrò della sua amatissima città.

In questo quadro malinconico e bohemienne che è “Un giorno di pioggia a New York”, Gatsby pretende di incorniciare Ashleigh che poco ha a che spartire con la sua visione romantica della vita. Quello che accomuna i personaggi è che hanno tutti problemi inerenti alla propria identità. Gatsby non conosce ancora se stesso, mentre la personalità di Ashleigh è ancora del tutto indefinita.

L’uscita della pellicola, che doveva essere distribuita da Amazon nel 2018, era stata bloccata negli Stati Uniti, dopo l’accusa di presunte molestie che ha travolto Allen, nel bel mezzo del movimento #MeToo. La maggior parte del cast ha donato i propri compensi alle organizzazioni vicine al movimento, mentre il regista ha citato in giudizio Amazon e ottenuto la possibilità di trovare un distributore in Europa.

Monica Scillia