Chi è senza peccato – The Dry – Recensione

L’agente federale Aaron Falk (Eric Bana) torna nella sua città natale dopo oltre vent’anni, per partecipare al funerale del suo amico d’infanzia Luke (Martin Dingle Wall), che avrebbe ucciso sua moglie e suo figlio prima di togliersi la vita, in un campo devastato dalla siccità che da anni ha colpito la zona di Kiewarra, in Australia. Quando i genitori di Luke (Julia Blake e Bruce Spence), convinti dell’innocenza del figlio, gli chiedono di indagare, Falk comincia a sospettare che il caso sia legato a un giallo del passato mai risolto, la morte della diciassettenne Ellie Deacon (BeBe Bettencourt).

Avvincente e raffinato, Chi è senza peccato – The Dry – adattamento del regista Robert Connolly del bestseller di Jane Harper, The Dry – è ambientato nella città immaginaria di Kiewarra, un territorio ormai arido catturato da una fotografia che esalta i toni giallastri e polverosi dell’entroterra australiano e da una regia caratterizzata da innumerevoli campi medi e lunghi che mostrano la triste trasformazione di una città segnata dalla siccità. In Chi è senza peccato – The Dry, l’ambiente e il paesaggio sono un vero personaggio del film: la paura che tutto possa prendere fuoco a causa della siccità si riflette nella “temperatura” della gente del posto, che reagisce in modo ostile alla presenza di Falk.

Scritta da Connolly e Harry Cripps, la sceneggiatura di Chi è senza peccato – The Dry intreccia due misteri irrisolti, entrambi legati alla figura del protagonista. Parte della storia si svolge nel passato, le linee temporali si intersecano in maniera armonica. Aaron Falk è tutt’altro che un eroe ben definito: sulla sua figura aleggia più di un sospetto, legato agli eventi del passato. Falk è diventato un estraneo e resta una figura moralmente oscura e non definita anche mentre assorbe le storie, gli atteggiamenti e le personalità dei cittadini di Kiawarra, tra cui il sergente Greg Raco (Keir O’Donnell), il bellicoso padre di Ellie, Mal (William Zappa), e il cugino Grant (Matt Nable), il preside della scuola (John Polson) e la sua amica d’infanzia Gretchen (Genevieve O’Reilly). Il personaggio di Aaron Falk si costruisce anche attraverso versione più giovane di se stesso (interpretata da Joe Klocek) nei numerosi flashback. In questo passato narrativo, BeBe Bettencourt è molto coinvolgente nei panni di Ellie: simpatica ma misteriosa, riconoscibile ma evanescente come un fantasma. Tutte le interpretazioni sono perfette: nonostante l’ambientazione del film sia arida, le scintille che portano all’incendio arrivano dai coprotagonisti.

Fisico e viscerale, Eric Bana tiene insieme l’intero film e guida ogni scena: è capace di rendere sul grande schermo l’impatto emotivo del ritorno nel luogo in cui è cresciuto il protagonista e di restare a cavallo tra la figura del poliziotto buono/poliziotto cattivo per la maggior parte del tempo. Il fascino di Chi è senza peccato – The Dry non sta tanto nella suspense (per lo spettatore il mistero si risolve anche prima del finale), ma nell’ambientazione asciutta e secca e nella narrazione dai tempi dilatati che intreccia due segreti che si specchiano l’uno nell’altro.

Monica Scillia