Per tutta la vita – Recensione

A distanza di anni dal matrimonio, quattro coppie ricevono inaspettatamente da un giudice la notizia che le nozze non sono valide perchè celebrate da un falso prete. Tra ansia, eccitazione e agitazione, si preparano a rinnovare per la seconda volta la promessa, ma prima dovranno affrontare i loro problemi. Apparentemente tutto fila liscio tra Andrea (Filippo Nigro) e Paola (Claudia Pandolfi): lui coltiva il sogno di allargare la famiglia, mentre la carriera della moglie sta decollando e potrebbe portarla all’estero. Più difficile la situazione tra Vito (Fabio Volo) e Sara (Ambra Angiolini), separati e con un figlio: l’annullamento delle nozze automaticamente fa decadere gli effetti della causa di divorzio e Sara si trova a fare i conti senza l’assegno di mantenimento. Edo (Luca Bizzarri) e Marco (Paolo Kessisoglu) sono amici fraterni e condividono tutto, anche il matrimonio celebrato – per la prima volta – con Giada (Carolina Crescentini) e Viola (Claudia Gerini). La notizia dell’annullamento porta scompiglio nella vita dei quattro, perchè Edo comincia a pensare di lasciare la moglie per l’amante.

L’idea di partenza di Per tutta la vita non è particolarmente originale e nella sceneggiatura si riconosce la mano del cosceneggiatore Paolo Genovese: la pellicola attinge a piene mani da Immaturi, in cui l’annullamento dell’esame di maturità metteva in discussione le vite dei protagonisti, tra cui spiccavano Ambra Angiolini e il duo Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Alcune dinamiche di coppia sembrano già viste in Perfetti sconosciuti, come la nascita di una relazione extra-coniugale all’interno del gruppo di amici. In Per tutta la vita di Paolo Costella, però, sono soprattutto i sentimenti a essere rimessi in discussione. L’intera pellicola mostra i protagonisti che oscillano continuamente tra la conferma delle scelte fatte in passato e il desiderio di correggere (o invertire) la rotta.

Con un montaggio particolarmente fluido – con i personaggi che, pur non conoscendosi, si incrociano per strada – Costella riesce a tenere unita la narrazione, ma non riesce a riprodurre il ritmo incalzante di Perfetti sconosciuti. Fortunatamente però, invece di percorrere la strada del cinismo o del conflitto tanto cara a Gabriele Muccino, in Per tutta la vita Costella sceglie di raccontare le declinazioni dell’amore con dolcezza, tratteggiando alcune tematiche più controverse: il conflitto maternità-lavoro e i sentimenti di una donna che non si sente pronta ad affrontare il ruolo di madre che la società le impone, il problema delle coppie separate, con le donne che faticano a crescere i figli con alimenti insufficienti e gli uomini che – usciti di casa – faticano a costruire un rapporto con i propri figli. Il merito della pellicola sta proprio nel delineare una figura femminile meno stereotipata del solito, con le quattro protagoniste che non stanno “un passo indietro” ma prendono in mano il loro destino e sono capaci di scelte forti e radicali.

Monica Scillia