Noi – Recensione

Definire “Us – Noi” di Jordan Peele semplicemente un horror, anche appiccicandoci subito dopo l’aggettivo politico, non rende giustizia a un film che contiene molte più sfumature delle semplici e comode etichette di genere: si ride, ci si spaventa, si vedono in scena dei personaggi a cui ci si affeziona, alla fine si resta incuriositi e disturbati, inquietati da parecchie domande. Sicuramente non è un horror con balzi, trappole, montagne russe e spaventi (anche se proprio questo tipo di intrattenimento verrà utilizzato come sfondo per una parte importante della storia), il film potrebbe più facilmente essere inserito nella categoria delle distopie, cioè quelle storie che raccontano il mondo “come se fosse”, se sotto la crosta di normalità che viviamo ogni giorno si nascondesse un magma ignoto e vorticoso.

Come sarebbe il nostro mondo se poco sotto le nostre esistenze qualcuno uguale a noi, la nostra metà oscura, vivesse un’esistenza in fotocopia della nostra quotidianità, ma una brutta e crudele? Cosa succederebbe se un giorno i nostri “noi” più feroci e malvagi decidessero di prendere il nostro posto?

Il cast dei protagonisti interpreta in maniera eccellente sia la “famiglia tradizionale”, che la sua controparte “nascosta”, Lupita Nyong’o è sia mamma che matriarca oscura, Winston Duke papà spalla comica e golem brutale, Evan Alex è il piccolo di casa e insieme un mostriciattolo piromane, ma forse l’interpretazione che resta più impressa è quella di Shahadi Wright Joseph, preadolescente incollata a uno smartphone e nemica della competizione nella sua parte “buona”, ma allo stesso tempo, quando si cala nel personaggio ombra, una macchina assassina, portatrice di un ghigno diabolico e terrificante, un seme di paura che potrebbe perseguitarvi a lungo nelle vostre notti insonni.

A una prima parte del film che ricorda in parte “Funny Games” (anche se con livelli claustrofobici di “violenza domestica” meno intensi), segue la descrizione (ma non la spiegazione) del mondo undeground, che riserva le inquietudini e i brividi simili a quelli dei video di Aphex Twin.

Una realtà distorta, sconnessa, eppure così vicina che potrebbe essere verosimile. La realtà di chi magari sta a pochi chilometri da noi, separato solo da confini immaginari, per quanto possano essere istituzionali, confini che usiamo in maniera acritica per stabilire chi è buono e chi no, e di solito i cattivi stanno sempre al di là della linea che tracciamo e dietro cui ci nascondiamo.

Un viaggio attraverso lo specchio (come il seguito di Alice nel paese delle meraviglie), in cui è il nostro riflesso a prendere coscienza e a chiederci il conto. E nel mondo in cui riflesso e realtà convivono, in cui lo “spettacolo” ha preso il sopravvento, chi può dire cosa sia vero e cosa falso?

 

Paolo Giannace