Festa Cinema Roma 2018: “As time goes by – L’Uomo che disegnava sogni”, la storia di Silvano Campeggi

C’è stato un tempo in cui il cinema iniziava fuori dalle sale, per strada. A ogni angolo delle città c’erano manifesti di film che coprivano le macerie della guerra appena finita. La gente li guardava, dal basso all’alto, davanti ai cinema sognando di entrare. Erano gli anni di Clark Gable, Rita Hayworth e Marilyn Monroe, di Atlanta che bruciava e di Ingrid Bergman che fuggiva su un aereo per destinazioni lontane. Erano gli anni di Silvano Campeggi, “Nano” per tutti, l’uomo che ha disegnato i sogni degli italiani, uno dei cartellonisti più importanti della Storia del Cinema.

Silvano Campeggi, in arte Nano, è stato l’ultimo grande illustratore del cinema. I suoi manifesti – da Via col Vento a West Side Story, passando per Casablanca e Ben Hur – hanno fatto sognare generazioni di spettatori prima ancora di entrare in sala. Artista prolifico, ha disegnato più di 3000 manifesti per tutte le più grandi case di produzioni americane: Warner Bros, Paramount, Universal, Columbia, United Artists, 20th Century Fox. Nano ha attraversato il Novecento con la matita in mano, lavorando ogni giorno fino a 95 anni. Questo documentario è un viaggio nella sua vita e nell’immaginario del ventesimo secolo.

As time goes by perché – come dice la vecchia canzone nel leggendario film Casablanca – i baci, i sospiri, le passioni sono cose fondamentali che rimangano con il passare del tempo. E tante sono le storie d’amore – e non solo – che Nano Campeggi, ultimo grande illustratore del cinema, ha disegnato nel corso della sua lunga vita prima di spegnersi, all’età di 95 anni, poco dopo la fine delle riprese del Film a lui dedicato.

I suoi manifesti – partendo proprio da Casablanca – hanno fatto sognare generazioni di spettatori già dai muri delle città, prima ancora di entrare in sala. Nei disegni di Nano c’è quindi l’immaginario del Novecento ma anche la sapienza della lunga tradizione figurativa dell’arte fiorentina. Come un pittore del passato, infatti, Nano ha lavorato su commissione nella sua Firenze: solo che la religione del Novecento è stato il Cinema – con i divi come Marilyn Monroe, Liz Taylor e Clarke Gable al posto dei santi.

Attraverso la figura di Nano – sviluppata con immagini di repertorio e dall’osservazione della sua incessante attività di disegnatore – ho voluto raccontare l’epoca dorata di quel Cinema ma, al tempo stesso, la sua dimensione più intima: l’amore con Elena, iniziato dalle pagine dei fotoromanzi dove lui, giovane attore, posava, e che lei, appena tredicenne, ammirava. Un film nel film dove le trame d’amore dei suoi manifesti finiscono per sovrapporsi alla storia della sua vita. Simone Aleandri.